Dieta dissociata
Come funziona la Dieta dissociata, cosa mangiare, vantaggi e controindicazioni
Come funziona la Dieta dissociata, cosa mangiare, vantaggi e controindicazioni
La dieta dissociata fu ideata dal Dott. William Howard Hay ed è considerato un regime alimentare diffuso su tutto il panorama dietetico internazionale. Consiste nel non associare all’interno dello stesso pasto cibi appartenenti a categorie di nutrienti differenti: per intenderci, se a pranzo si mangia un piatto di pasta (carboidrati) non bisogna mangiare anche un secondo proteico, come se a cena si mangia un secondo di carne (proteine) non si può mangiare anche del pane (carboidrati).
QUALI SONO I VANTAGGI DELLA DIETA DISSOCIATA?
Come regime alimentare, la dieta dissociata nasce con finalità salutari volendo principalmente avere lo scopo di disintossicare l’organismo, non principalmente dimagrire. Se si vuole utilizzare questo tipo di alimentazione come regime dimagrante è sicuramente necessario contenere le porzioni, abbinando sempre un’attività fisica adeguata.
La dieta dissociata ha diversi vantaggi, tra cui:
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È ricca di frutta fresca e verdura
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Predilige i cereali integrali
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Riduce il consumo di alimenti preconfezionati
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Migliora la digestione in caso di problemi gastrici
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Vieta il consumo di zuccheri e amidi raffinati
…E LE CONTROINDICAZIONI?
Nonostante i vantaggi citati poco prima, la dieta dissociata è una dieta molto restrittiva e potrebbe essere impegnativa da sostenere nel lungo periodo. Rallenta il metabolismo se viene sostenuta per lunghi periodi e con porzioni piccole, infatti una volta ripresa la normale alimentazione si rischierà di ingrassare molto più velocemente e recuperare i chili persi. Naturalmente, oltre tutto ciò, un eccesso uno squilibro dei pasti di sole proteine rischia di sovraccaricare il fegato e i reni che si ritrovano a lavorare di più per eliminare i corpi chetogenici che si vengono a formare da un pasto iperproteico. Così come un eccesso di proteine fa male, anche un eccesso di carboidrati in un solo pasto rischia di provocare un eccessivo rialzo dell’indice glicemico.